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ATER OR ATRIA? HISTORY ABOUT ONE OF THE MOST BEAUTIFUL VILLAGES OF ITALY.
Atrani is around a protected beach where the fishing boats, as stars adorn the sea, depart for fishing in the evening. It is the smallest village of Italy and it offers to the visitors a breathtaking landscape among the high rocky mountains Civita in the east, Aureo in the west and the sea; the country develops at the valley of the river Dragon, so called because of the legend that told about a ferocious dragon, hidden in its water, spat the fire. The etymology of the name Atrani is still unknown: it seems that derives from latin Atrum dark because of its geographic location or from Atria perhaps the first settlement of greek colonists. The first document of existence of Atrani is a letter of Pope Gregorio to Bishop Primenio. Atrani was twinned with Amalfi and it was the seat of the aristocracy. Only the inhabitatans of Amalfi or Atrani could invest or deposit the dukes, whose symbol was a specific headgear the Birecto as a symbol of election within the church of Saint Salvatore in Atrani. In 987 Amalfi was promoted as an Archdiocese by Pope Giovanni XV with the first archbishop Leone of Sergio of Urso Comite. In the middle ages, in Atrani there was a fervent religious life , there were a lot of churches, private chapel and on mountain Aureo there were six monasteries. There was an important castle, Supramonte in Civita, but it was destroyed by some assaults of Pisa in 1135-1137. In 1343 the submarine earthquake submerges the coastline and it destroyed Atrani completely. In 1643 the plague caused a lot of victims in Atrani on 22 June 1807 there was an important event: Giuseppe Bonaparte king of Naples went to visit Amalfi and promised an access road to the kingdom for the inhabitants of the coast. In 1816 Gioacchino Murat started the road “ss163 Amalfitan coast”. A
STORIA DI UNO DEI BORGHI PIU’ BELLI D’ITALIA ATER O ATRIA?
Atrani nasce e si raccoglie attorno ad una spiaggia raccolta e protetta, dove di sera le lampare in partenza per la pesca, come stelle adornano il mare di una miriade di puntini luminosi. Il paesino più piccolo d’Italia per superficie (solo 0,12 km² per 851 abitanti), offre allo spettatore un panorama mozzafiato, stretto tra le alte pareti rocciose dei Monti Civita ad est, Aureo ad ovest ed il mare; il paese si sviluppa allo sbocco della valle del fiume Dragone, chiamato così per via delle leggenda che narrava di un feroce drago sputafuoco, nascosto nelle sue acque. L’etimologia del nome Atrani è tutt’oggi sconosciuta: pare che derivi dal latino atrum cioè oscuro a causa della sua posizione geografica oppure da Atria, forse il primo insediamento di coloni greci. Il primo documento dell’esistenza di Atrani è del 596 d.C., ovvero una lettera del papa Gregorio Magno al vescovo Primenio. All’interno di questo territorio governato dal Ducato di Amalfi, Atrani era gemellata con quest’ultima e sede dell’aristocrazia. Infatti solo gli Amalfitani o gli Atranesi potevano investire o deporre i Duchi, il cui simbolo era un particolare copricapo, il “Birecto” che veniva imposto come simbolo di elezione all’interno della Chiesa del San Salvatore proprio ad Atrani. Nel 987 quando Amalfi fu promossa ad arcidiocesi dal papa Giovanni XV, il primo arcivescovo fu Leone di Sergio di Urso Comite di Atrani. Nel Medioevo ad Atrani vi fu una fervida vita religiosa, si contavano in totale circa trecento chiese e cappelle private, sul Monte Aureo vi furono ben sei cenobi. Addirittura vi era l’importante Castello di Supramonte, in località Civita, che fu poi distrutto dagli attacchi dei pisani negli anni 1135-1137. Il maremoto del 1343 sommerse buona parte del litorale distruggendo quasi completamente Atrani. Negli anni successivi, il Ducato di Amalfi, ormai decaduto, ed Atrani furono inglobati nel principato di Salerno. Nel 1643 la peste procurò numerose vittime ad Atrani. Nei secoli a seguire non vi furono avvenimenti particolari, fino al 22 giugno 1807, quando Giuseppe Bonaparte, re di Napoli, recandosi in visita ad Amalfi, promise finalmente una via di accesso al Regno per gli abitanti della Costiera. La strada fu iniziata grazie a Gioacchino Murat nel 1816, ma terminata in un secondo tempo nel 1854. E’ quella che oggi chiamiamo Statale 163 Amalfitana.